E’ questo l’obiettivo che si propone l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti ONLUS-APS di Lucca, Ente Morale che da anni si interessa della tutela dei non vedenti, e che questa volta ha deciso di estendere il proprio aiuto fino in Rwanda, dove è ancora troppo facile perdere la vista, a causa di infezioni e malattie oculari, che nei paesi sviluppati sono da tempo curabili.

Essere cieco in un paese povero del mondo significa, troppo spesso, essere condannato all’emarginazione, alla povertà e spesso alla morte.

Quello che l’UIC ha intrapreso è una grande battaglia civile per la difesa dei diritti alla salute di tutti gli esseri umani e per il miglioramento delle loro condizioni di vita.

Eppure, l’80% dei casi di cecità potrebbe essere evitato, attuando programmi di prevenzione e cura!

Questi dati hanno scosso i nostri cuori, cuori di persone con gravi problemi di vista, che sanno sulla loro pelle cosa significa essere disabili e avere difficoltà e necessità particolari, ma che sanno anche che, senza diritti acquisiti nel tempo grazie alle associazioni di categoria, senza agevolazioni nè aiuti economici da parte dello stato, come avviene nei paesi sviluppati, la cecità è ancora più sinonimo di emarginazione e discriminazione.

Il progetto: promotori e sostenitori

E’ nato così il progetto “Aiutiamo il Rwanda… a vederci meglio”, un progetto di lotta alla cecità per il miglioramento della qualità della vita dei soggetti rwandesi non vedenti, fortemente voluto dall’UIC di Lucca e coordinato dal Centro per la Cooperazione Missionaria della Diocesi e promosso dall’Asl 2 di Lucca, attraverso il Dott. Maurizio Petrillo, al quale hanno collaborato anche la Provincia di Lucca, il Comune di Lucca, il Comune di Capannori, il Comune di Barga, l’Associazione Amani Nyayo, l’Associazione Amoa (Associazione Medici Oculisti per l’Africa) e l’Associazione Amatafrica. Finanziato dalla Regione Toscana, il progetto gode del contributo scientifico e professionale di tutta l’Unità operativa Oculistica dell’Ospedale Campo di Marte, diretta dal primario Dott. Fausto Trivella.

Finalità del progetto

La caratteristica sperimentale del progetto si può ravvisare nella collaborazione fra l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, il Centro Missionario della Diocesi di Lucca e l’Asl2 di Lucca, ed in particolare con l’unità oculistica dell’ospedale di Lucca, che per la prima volta si ritrovano insieme al fine di creare sinergie di intenti e di obiettivi che potenzino l’intervento sul territorio rwandese, dove è già attivo Il progetto dell’Asl 2 di Lucca nelle zone di Muhura e Nyarurema.

In particolare il luogo dell’intervento è l’area dei grandi laghi, nella Regione Nord, nel distretto di Nyagatare e Byumba.

Il punto di forza di tale progetto è la volontà di “implementare l’esistente” avvalendosi di servizi e strutture già presenti sul territorio che, forti del bagaglio professionale e di esperienza acquisita nel tempo, ne costituiscono il valore aggiunto.

Il progetto prevede:

  1. Dotazione di un “ambulatorio itinerante” e di un’equipe medica per la diagnosi, la cura e l’intervento nelle aree prescelte.
  2. sensibilizzare le persone nell’accesso ai servizi attraverso una attività di informazione che utilizzi strumenti e canali “a dimensione di villaggio”.
  3. Formare personale che intervenga a due livelli:
    1. attività di base per la prevenzione di alcune patologie infettive che colpiscono l’occhio;
    2. attività più specialistica per la prevenzione, consultazione e cura della problematica.

Il progetto garantisce la prevenzione e la cura delle patologie legate alla vista, con particolare attenzione alla cataratta, malattia che comporta l’opacizzazione del cristallino, molto diffusa in Rwanda.

La cecità infatti, oltre alle sue gravi implicazioni psico-fisiche, comporta anche l’emarginazione dei soggetti colpiti, e, allo stesso tempo, riduce tanti bambini, incaricati di far loro da guida e da aiutanti “tutto fare” nell’esercizio delle loro attività quotidiane, all’analfabetismo per abbandono scolastico.

Risultati

Attività 1: “Sensibilizzazione, consultazione, interventi dell’unità chirurgica mobile”.

L’equipe medica di kabgayi in persona del suo responsabile Dott. Piet Noe ha svolto attività di informazione, screening e chirurgica nei distretti sanitari di Gatsibo e Nyagatare per un totale di circa 6000 pazienti visitati e circa 500 operati per glaucoma, cataratta e altre patologie oculari.

Si sono poi svolte attività di affiancamento all’equipe medica di Kabgayi da parte dell’associazione Amoa di Bologna (partner del progetto), dapprima con la missione tecnica della Dott.ssa Michela Russo, poi con quella del Dott. Laffi, ed in ultimo dalla Dott.ssa Marzia Capuccini, coadiuvando il Dott. Piet Noe nell’attività di screening oculistico presso il Centro di Muhura e durante le attività di sala operatoria presso l’ospedale di Kisiguro.

Attività 2: “Funzionamento dell’unità oftalmica presso il Centro di sanità di Muhura”.

A tal riguardo è stato potenziato il Centro di sanità grazie all’invio di un’autoclave per la sterilizzazione della strumentazione per le attività oculistiche.

In questo modo, molti pazienti visitati a Muhura sono stati operati direttamente sul campo dall’equipe medica di Kabgayi, mentre alcuni sono stati trasferiti presso il presidio medico di Kisiguro.

Attività 3: “Scambi professionalizzanti Nord – Sud”.

Nell’arco di tempo del progetto sono state realizzate varie missioni tecniche, alle quali hanno attivamente preso parte:

il Dott. Trivella (primario dell’Unità oculistica dell’ospedale “Campo di Marte” di Lucca), il Dott. Petrillo (coordinatore del settore cooperazione sanitaria ASL 2 di Lucca), Don Silvio Righi (direttore del Centro Missionario Arcidiocesi di Lucca), il Dott. Santoro (responsabile IAPB Toscana e membro della SOI) e Giorgio Ricci (presidente regionale Toscana IAPB) per prendere contatti con i centri di Muhura e Gabgayi, per definire gli interventi e programmare le azioni progettuali;

la Dott.ssa Russo (coordinatrice di AMATAFRICA) per prendere contatti con il Dott. Piet Noe di Kabgayi e avviare la collaborazione;

il Dott. Laffi (medico oculista, presidente AMOA)per collaborare con il responsabile dell’unité d’ophtalmologie di Kabgayi;

la Dott.ssa Capuccini (medico oculista, membro AMOA) per coadiuvare il Dott. Piet Noe nell’attività di screening e chirurgica a Muhura;

Don Silvio Righi e Massimo Diodati (vicepresidente dell’Unione Italiana dei Ciechi ed Ipovedenti di Lucca) per vagliare lo stato di avanzamento del progetto e per esaminare possibili interventi futuri di potenziamento e di equipaggiamento di alcune unità oculistiche sul territorio rwandese.

Attività 4: “Aggiornamento personale sanitario e avvio di un piano di studi”.

E’ stato svolto uno stage specializzante presso la struttura ospedaliera di Kabgayi alla presenza dell’oculista responsabile Dott. Piet Noe, con il supporto dell’equipe medica.

Lo stage, ha permesso di:

  • evitare al personale, con il corso in loco, una assenza prolungata nel tempo che avrebbe comportato al Centre de Santé di Muhura una situazione di sotto organico con evidenti effetti negativi sull’attività di screening della popolazione.
  • Migliorare il bagaglio di conoscenze tecniche del personale non medico interno al Centre de santé di Muhura al fine di garantire una continuità nell’erogazione del servizio e delle prestazioni sanitarie alla popolazione locale.
  • Ottimizzare i tempi progettuali evitando che il valore aggiunto rappresentato dalle strumentazioni tecniche fornite a inizio progetto all’unità oftalmica di Muhura non fosse accompagnato dalla presenza di personale socio sanitario ben strutturato e competente.

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